Novità assoluta. Una commedia degli equivoci
nella Sicilia di Montalbano. Al Piccolo Teatro Strehler, infatti, andrà in scena una riduzione teatrale dal romanzo di Andrea Camilleri, "La concessione del telefono". Lo stesso scrittore ha adattato per il teatro la sua opera, insieme al regista Giuseppe Dipasquale.
Ritorna, dunque, il paese di Vigata come metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia. L'equivoco, che fa da motore all’intera vicenda, è lo scambio tra due lettere dell'alfabeto. Il protagonista, Filippo “Pippo” Genuardi, innamorato della giovanissima seconda moglie del suocero, per poterla contattare con più agio, avvia regolare richiesta per far installare una linea telefonica privata, completamente a proprie spese, che colleghi il suo magazzino di legname con la casa del vecchio suocero. Fa domanda formale al prefetto di Montelusa, denominandolo però Vittorio Parascianno anziché Marascianno, come in realtà questi si chiama.
Da qui una storia articolata, che coinvolge non solo Genuardi, siciliano qualsiasi, e la sua famiglia, ma anche la Chiesa e soprattutto i vari apparati dello Stato, ovvero Prefettura, Questura, Pubblica Sicurezza e Benemerita Arma dei Reali Carabinieri. E ancora don Calogero Longhitano, il mafioso del paese, nonché quei compaesani, anch’essi siciliani qualsiasi, che involontariamente capitano sulla strada di “Pippo”, mosso solo dalla passione per la giovane suocera.
Anche nella riduzione ad emergere è la lingua di Camilleri. Una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa “similitudine” linguistica, fatta di neologismi, sintassi travestita, modi d’uso ricalcati dal dialetto.
Scrive Camilleri a proposito della trasposizione scenica del romanzo: “Sarà il mio destino, sarà la mia vita passata di uomo di teatro, sarà che Dipasquale riesce sempre a convincermi, fatto sta che un altro mio romanzo si trasforma in una pièce teatrale. Pirandello amava dire che il lavoro dell’autore terminava quando egli riusciva a mettere la parola «fine» alla scrittura teatrale. Bene, questo copione ha la parola fine, messa nell’ultima pagina. Tuttavia mi sento di chiosare il buon Luigi: è proprio nella messa in scena che inizia un nuovo viaggio del testo, sempre diverso e sempre nuovo, sempre imprevedibile, sempre disperatamente esaltante. Per questo il confine del teatro è come l’orizzonte dei viaggiatori nei mari d’Oceano: sempre presente, mai raggiungibile”.
DOVE E QUANDO:
Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza)
dal 2 al 13 maggio 2007
Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16. Lunedì riposo.
Teatro